Perché l’Estonia?
E’ la prima domanda che abbiamo posto al Presidente di PiggyCard oü (osaühing), una start-up Fintech di cui sentiremo parlare molto e che sta per lanciare sul mercato “My PiggyCard” un prodotto destinato a diventare un fenomeno di costume.
Ma torniamo a noi, inizieremo col rispondere alla domanda sul perché i fondatori della Company hanno scelto l’Estonia quale sede della loro start-up.
“Semplice - dice il Presidente, Avv. Giovanni Spinapolice -, il processo per costituire una Società di capitali estone è snello e veloce”. Il tempo di un giorno lavorativo e pochi euro, compresa l’assistenza del commercialista e la Società è costituita. Spese di gestione tendenti allo “0”, una tassazione reale sugli utili tra le più basse in Europa (26% circa), accesso a finanziamenti oltre che europei (l’Estonia è nell’UE) anche estoni.
E’, poi, agevole gestire anche da remoto i tipici eventi di una Società che in Italia richiederebbero pazienza, spese e molto lavoro, come gli aumenti di capitale, il trasferimento quote, il pagamento delle tasse, il versamento dei contributi, l’assunzione del personale, l’aumento della compagine sociale.
E la ciliegina sulla torta è che se si vuole operare con la tecnologia blockchain, come PiggyCard vuol fare, l’Estonia è la miglior giurisdizione europea per poter operare.
La seconda domanda è perché la Blockchain?
Il nostro interlocutore ha risposto: “perché il nostro progetto è destinato a rivoluzionare il modo di pensare il risparmio, di utilizzare la moneta virtuale, di accedere a servizi che finora hanno richiesto tempo ed energia per ottenerli, vedere realizzato un sogno da parte del suo possessore o di una persona a lui vicina, regalarsi una vacanza, oppure raggiungere un obiettivo grazie al supporto dell’intelligenza artificiale di cui è dotata la nostra applicazione e di cui siamo esclusivi proprietari e utilizzatori. La blockchain, pertanto, in tutto questo ci è parso il miglior modo di finanziare la nostra impresa, performante, attuale, veloce e snella, pronta a immettere sul mercato un prodotto unico. Una compagnia che opera con un ampio spettro applicativo e tecnologico, destinata, tra l’altro, a crescere esponenzialmente, in quale altra ambito dovrebbe muoversi?”.
Gli investitori delle ICO (Initial coin offering), infatti, sono molto attenti alle innovazioni e alla tecnologia, più dei tradizionali canali di finanziamento che finirebbero per rappresentare una palla al piede alla velocità con cui PiggyCard, ci dice il Presidente, intende conquistare il mercato.
Peccato che l’Italia non possa offrire altrettanta performante appeal alle start-up come PiggyCard, destinata a portare ricchezza e lavoro al Paese che la ospita.
